venerdì 25 novembre 2016

Storie dell'Impressionismo Mostra da Record a Treviso

Tanto per dire il 29 e il 30 ottobre , giorni di apertura della mostra furano 5 mila a guardare i capolavori allestiti nelle sale dei Musei di Santa Caterina
Da Edno Ribeiro

Era già un successo ed è chiaro che ci prospettava  a quel che vediamo oggi e che sarà senza dubbio nei prossimi 6 mese
Sono stato colpito per la immensità di questa mostra sia nella quantità sia nella qualità delle opere esposte
Capolavori assoluti dei maestri dell'Impressionismo ,dagli inizi fin che arrivasse il Puntinismo di Seurat, ma non solo
Infatti possiamo iniziare guardando tre opere cinquecentesche , la Venere che sorge dal mare di Tiziano, Una donna nel letto di Rembrandt e Banchetto di Erode di Rubens ed andare avanti finche arriva i primi Plein air , me piace ricordare Marco Goldin , curatore della mostra, che nel suo corso 'La storia dell'Impressionismo' ci proponeva proprio questo, cioè , l'impressionismo non iniziava con il Salon des Refusés mas con e nel Salon ufficiale , perciò in questo percursso possiamo meravigliarsi con tanti altri maestri come Paris Bordon , Cima , Guido Reni , Tiepolo , Delacroix , Fantin-Latour , 
Eugene Boldin , Diaz De La Pena ,
Camille Corot , Hayez , Sisley , Ingres , un strepitoso Constant Troyon (ritorno dal lavoro)
Pissarro , Manet , Monet , Degas , Renoir , Cézanne , Gauguin , Van Gogh ed altri .
Come vedette sono tante opere (più di 140) che fano di questa mostra una delle più imponente degli ultimi anni e sicuramente sarà una delle più viste nel trevigiano .
Edno Ribeiro .

mercoledì 16 novembre 2016

Storie dell'Impressionismo - Treviso

Introduzione

di Marco Goldin
Per dare l’idea dei vent’anni di attività di Linea d’ombra, ho scelto di pensare − per un grande richiamo al lavoro svolto in questi due decenni − a una mostra storica che potesse racchiudere i motivi più distintivi della ricerca mia personale e di Linea d’ombra quale strumento organizzativo. Una vasta esposizione dedicata alle Storie dell’impressionismo, raccontata in 140 opere (soprattutto dipinti, ma talvolta anche fotografie e incisioni a colori su legno) e sei capitoli, con un forte intento di natura didattica. Per dire in ogni caso non solo quel mezzo secolo che va dalla metà dell’Ottocento fino ai primissimi anni del Novecento, ma anche quanto la pittura in Francia aveva prodotto, con l’avvento di Ingres a inizio Ottocento, nell’ambito di un classicismo che sfocerà, certamente con minore tensione creativa, nelle prove, per lo più accademiche, degli artisti del Salon. Ma anche, con Delacroix, entro i termini di un così definito romanticismo che interesserà molti tra i pittori delle nuove generazioni, fino a Van Gogh.
Quindi mettendo in evidenza quanto preceda l’impressionismo − e lo prepari anche come senso di reazione rispetto a una nuova idea della pittura − e quanto da quell’esperienza rivoluzionaria, e dalla sua crisi negli anni ottanta, nasca e si sviluppi poi, fino a diventare pietra fondante del nuovo secolo ai suoi albori. Soprattutto con il magistero dell’ultimo Monet e dell'ultimo Cézanne, ai quali non a caso è dedicato il capitolo finale.
Ma le diverse sezioni della mostra – d’impostazione tematica sui grandi argomenti del ritratto, della figura, della natura morta e del paesaggio − non sono mondi a se stanti e indipendenti, e invece la pittura accademica viene inserita quale contrappunto nelle sezioni stesse, così da far comprendere uno degli assunti fondamentali del progetto: cioè che il linguaggio nuovo dei giovani impressionisti, e prima di loro dei pittori della scuola naturalistica di Barbizon, vivesse nel tempo stesso del Salon. Non dunque un prima e un poi, ma un’esperienza storica che si esprime in parallelo, e simultaneamente, nelle strade di Parigi e nelle campagne di Francia, lungo i suoi fiumi e le sue coste. Quel Salon al quale del resto, pur rifiutandone lo spirito di rievocazione e di conservazione, gli impressionisti ambivano a partecipare, essendo comunque il solo luogo che poteva garantire visibilità e fama.
Ma in questa sorta di grande tavola sinottica di un’epoca, non è solo la pittura di Salon a essere messa in rapporto con l’impressionismo. Entrano in gioco anche l’appena nata fotografia, soprattutto nell’ambito del paesaggio che rievoca il mare o la foresta di Fontainebleau − luoghi comuni di indagine e ancora una volta puntualmente accanto ad alcuni dipinti − e poi le celeberrime incisioni a colori su legno di Hiroshige e Hokusai, per sondare il tema dell’influenza della cultura giapponese sugli impressionisti. La mostra ha quindi anche un suo lato di stringente carattere storico, tale da collocare le figure e le opere nel contesto dell’epoca. E con tutta l’evidenza possibile non è solo una sequenza di opere pur bellissime e di capolavori, ma giunge al termine di tanti anni di analisi proprio alla pittura francese del XIX secolo da me dedicati.
L’esposizione, come detto, è suddivisa in sei sezioni, che consentono al visitatore di percorrere un cammino tra capolavori che hanno segnato una delle maggiori rivoluzioni nella storia dell’arte di tutti i tempi. Facendo ricorso a prestiti provenienti da alcuni tra i principali musei del mondo, ma anche da collezioni private che aprono le loro porte. Rendendo quindi la mostra, ulteriormente, un’occasione unica di approfondimento e di scoperta di una bellezza sconosciuta.

 BIGLIETO:  SENZA PRENOTAZIONE (acquistabili solo in mostra)
Intero € 14,00
Ridotto € 11,00 studenti maggiorenni e universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino
Ridotto € 8,00 minorenni (6-17 anni)
CON PRENOTAZIONE
Intero € 15,00
Ridotto € 12,00 studenti maggiorenni e universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino
Ridotto € 9,00 minorenni (6-17 anni)
CON PRENOTAZIONE E VISITA GUIDATA (in italiano)
Intero € 22,00
Ridotto € 19,00 studenti maggiorenni e universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino
Ridotto € 16,00 minorenni (6-17 anni)                                                                            

ORARIO : da lunedì a giovedì: 9.00 - 18.00
da venerdì a domenica: 9.00 - 19.00

dal 2 al 17 dicembre, il venerdì e il sabato la mostra è aperta dalle 9.00 alle 20.00


Tratto dal Sito www.lineadombra.it. Introduzione di Marco Goldin.

mercoledì 9 novembre 2016

La televisione spazzatura e quello che non racconta

Fin dove si spingerà l’anestetizzante che i programmi televisivi, giornalmente, iniettano nella mente degli italiani, dove arriveranno per distrarre milioni di persone dalla realtà che li circonda, cosa si inventeranno ancora per inculcare alle masse che tutto va bene, che niente è fuori posto o fuori controllo, e che soprattutto, qualsiasi cosa, è normale. Nell’anno del Signore 2011, la tv spazzatura ha di gran lunga superato l’emergenza rifiuti della Campania, nulla più è vietato, ma cosa ancor più grave, agli occhi degli spettatoti dormienti, tutto è ormai divenuto normale amministrazione di uno stile di vita folgorato dall’autodistruzione fisica, mentale, sociale e culturale. Non è più accettabile vivere in un sistema in cui tutta la comunicazione racconta bugie ed educa soprattutto i giovani a “suicidarsi”, perché è questo che precisamente sta avvenendo. I bambini e gli adolescenti di quest’epoca sono mentalmente manipolati dai grandi produttori televisivi che inconsciamente li educano alla violenza, alla prevaricazione, alla cattiveria dell’uno verso l’altro, alla concorrenza persino tra i banchi di scuola, e non dimentichiamo l’educazione sessuale che trasmettono, agli adulti come ai minori. Si è aperta una porta che ormai chiuderla diventa quasi impossibile, sono pochi coloro che spingono per chiudere quella porta, ma sono troppi, purtroppo, quelli che preferiscono lasciarla aperta, godendo della distruzione dell’essere uomo, narcotizzati da una sessualità malata, per certi versi disgustosa fino al vomitevole. Ma andiamo per ordine, cosa sta accadendo precisamente davanti ai nostri occhi. Capita ogni tanto che a qualcuno, all’interno di questi reality spazzatura, scappi una bestemmia. Immediatamente si grida allo scandalo, le conduttrici, in diretta e molto addolorate, comunicano al bestemmiatore che è stato deciso dalle alte cariche dirigenziali, di eliminarlo a causa della bestemmia da lui pronunciata. Perfetto, non fa una piega, ma qual è l’effettiva realtà dei fatti? Facile da comprendere, o meglio, facile per chi ha capito che alcune cose non bisogna guardarle. Succede, che la scelta dell’eliminazione del bestemmiatore, passa agli occhi dei milioni di telespettatori, come una punizione a chi ha offeso il nome di Dio, e ci si convince ancora di più, che quei programmi non sono contro la morale, ma bensì a favore della stessa e persino di Dio. Non è vero, è tutta una menzogna orchestrata per far cadere nella trappola anche coloro che ancora conservano gli antichi insegnamenti della famiglia. E perché non è vero, semplice, perché non si può permettere di bestemmiare in tv, come non si dovrebbe neanche permettere, come spesso accade, di assistere in diretta ad approcci sessuali dei concorrenti, i baci lesbo, le risse volgari e furiose degli stessi, isterismi, ansie, panico, rabbia e tanto altro che giornalmente entra nelle case e nelle menti degli italiani. Questi sono i valori che minacciano di raggiungere, e spesso lo fanno, i bambini, gli adolescenti, e gli adulti fragili, i quali riprodurranno nella loro vita quello che vedono in tv, riprodurranno esattamente quel tipo di violenza e di atteggiamento sessuale. Ecco perché tutto quello che gira intorno a questi programmi è un inganno totale all’uomo. E’ dovere morale difendersi da tutto quello che si sta attuando continuamente davanti al popolo dormiente, coloro che hanno in mano gli strumenti per la comunicazione di massa sono dei criminali, l’uno dietro l’altro, perché stanno distruggendo la morale e l’educazione di milioni di persone. Ma c’è un aspetto ancora più allarmante che si è scatenato negli ultimi anni proprio per l’eccessivo bombardamento mediatico delle menti: ormai tutto è possibile, assistere alle scene su citate è diventata pura normalità, una normalità malata e velata dall’inganno dell’emancipazione, ma l’emancipazione è tutt’altra cosa.  Il dominio incontrastato delle televisioni pubbliche e private non si era mai toccato con mano come in questo preciso momento della storia, la disinformazione, i messaggi subliminali, la precisa volontà di non raccontare al popolo la realtà dei fatti sta cominciando a mietere le prime vittime. Ecco perché la gente viene giornalmente narcotizzata dai reality, e dai programmi che sono pilotati ad arte affinché nessuno si accorga di cosa stia realmente  accadendo nel mondo, stanno distraendo le masse, ma soprattutto, non le stanno informando. Ma spostiamoci un attimo dalla tv spazzatura e cominciamo e vedere cosa propone la così detta “televisione culturale”. Il centro dell’informazione dei programmi culturali e d’informazione, ruota intorno ai processi, alle magagne ed ai presunti crimini di un solo uomo, Silvio Berlusconi, le povere Sara e Yara si stanno rivoltando nelle loro tombe per l’impressionante frastuono mediatico che si è sollevato dietro i loro efferati omicidi, è bene parlarne, ma tutto ha un limite. L’attenzione si sposta ai criminologi, personaggi intervistati in diretta che non fanno altro che contraddirsi l’uno con l’altro, facendo apparire qualcosa di scontato ma non accertato, come pura verità. Ma allora che sta succedendo, le notizie attuali di carattere mondiale perché vengono nascoste, sulla guerra in Libia si dice tutto l’opposto di come realmente si sono svolti i fatti, e l’intervista rilasciata dal giornalista Rai Amedeo Ricucci, ne è una seria testimonianza. Come afferma Ricucci, non si ha notizia di uccisione di manifestanti disarmati da parte dei soldati di Gheddafi, i diecimila morti civili seppelliti nelle spiagge libiche sono una menzogna e tanto altro che non si vuole far sapere. Il devastante terremoto e successivo tsunami del Giappone è passato in secondo piano, il terremoto più forte degli ultimi duecento anni, il “Big One” come è stato ribattezzato, non fa notizia, non ne parla nessuno tranne che per le conseguenze nucleari che coinvolgeranno certamente tutto il mondo, in Italia è già arrivata l’onda cancerogena ma tutto viene messo a tacere, si parla di Ruby o di Belen se è incinta di Corona o no, e tutti lì a pendere dalle labbra di questa cozzaglia di nulla facenti. Delle ondate di rivolte violente in quasi tutti i paesi arabi si riempie appena un trafiletto, e la televisione sottovaluta il serio rischio che queste rivolte possono avere negli assetti della pace globale, i potenti lo sanno e le temono, ma nessuno va realmente a fondo alla vicenda. Gli Stati Uniti sono un impero al tracollo finanziario, lo dicono gli esperti di economia mondiale, ma sono in possesso dell’esercito più forte al mondo e stanno continuando a spendere miliardi di dollari per la fabbricazioni di armi strategiche nucleari per la conquista e la gestione autonoma dello spazio cosmico, in poche parole armi nucleari che preparano un conflitto strategico mondiale. L’Italia negli ultimi anni ha speso 30 miliardi di euro per riarmarsi, per poi fare cosa non è dato sapere, e non guarda ai tre milioni di italiani che sono costretti a vivere con cinque euro al giorno. Siamo nel pieno della più grossa crisi finanziaria che mai abbia colpito l’occidente dal 1929, mentre l’ormai potentissima Cina osserva da lontano con la sua crescita annua pari all’11,5% del prodotto interno lordo, mentre tutto il mondo, U.S.A. compresa, è fermo. Il mondo è a un bivio, questo è un momento della storia molto delicato sia per il rischio di una guerra di proporzioni catastrofiche, ma parliamo di rischio e non di certezza, sia per gli studi della Comunità Scientifica Mondiale che prevedono importanti cambiamenti climatici che sconvolgeranno, e di non poco, le abitudini e il tenore di vita di milioni di persone, il surriscaldamento globale con lo scioglimento dei ghiacciai sono già realtà, ma lo avevano previsto. Senza allarmismi, ma è dovere di cronaca raccontare, con dati indiscutibili in mano, quello che non ascolterete mai in tv. Il petrolio sta per finire, milioni di immigrati bussano e vogliono entrare, nel frattempo, ci saranno Maria de Filippi, il Grande Fratello e i conduttori televisivi che vi diranno: “tranquilli, va tutto bene, avanti con il prossimo ospite”
Tratto dal blog del collega David Crucitti di cui ringrazio la gentilezza . https://davidcrucitti.wordpress.com/2011/03/28/la-televisione-spazzatura-e-quello-che-non-racconta/

Presentazione tv spazzatura , Apresentaçao tv lixo

(IT)In questa Etichetta vorrei proporvi e condividere quello che il media vuoi che vediamo oppure quello che noi vogliamo che il media ci propone . perché tutto quello che guardiamo sarà tutto ciò che faranno vedere. Avremo pensieri critiche e collage italiani e brasiliani per dimostrare che la 'melma' non ha confini.  Quindi buona visione. 
(BR) Nesta Etiqueta gostaria de propor e dividir aquilo que a midia quer que vejamos ou aquilo que nòs queremos que a midia nos proponha. Porque tudo aquilo que assistimo serà tudo aquilo que a TV nos farà ver. Teremos pensamentos criticas e colagens italianas e brasileiras para demonstrar que a 'merca' nao tem confins. Portanto boa visao.

sabato 5 novembre 2016

Moriago della Battaglia ed il Festival della Cultura.

Un altra occasione vicino a noi , del Trevigiano, per un nuovo incontro con l'arte e la bellezza .