La nascita della comunità cristiana di Roma, al tempo in cui era capitale dell'Impero Romano, è legata alla predicazione dell'apostolo Paolo di Tarso iniziata prima con la Lettera ai Romani del 57-58, poi con il soggiorno nell'Urbe attorno ai primi anni 60 del I secolo. All'incirca nello stesso periodo, giunse a Roma anche Simon Pietro, il primo degli Apostoli, per risolvere le dispute nate in seno alla comunità attorno alle teorie propugnate da Simon Mago. Pietro, che viene considerato il primo vescovo di Roma, divenne il fondamento della Chiesa romana e in seguito della sua particolare pretesa di primato universale su tutte le altre Chiese particolari.
Attorno al 64-67 i due apostoli subirono entrambi a Roma il martirio, durante la persecuzioni avvenute sotto il regno dell'imperatore Nerone.Le persecuzioni
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La diffusione della fede cristiana nella capitale dell'Impero rese infatti evidente all'autorità politica l'incompatibilità tra tale credo e la religione romana, in particolare per il fatto che, con il rifiuto del politeismo, il cristianesimo non poteva essere integrato nel sistema religioso di Stato e nel concetto di pax deorum che lo reggeva. A questo si aggiungeva il fatto che il rifiuto del culto imperiale appariva come una sfida all'autorità del princeps, con l'aggravante, rispetto all'ebraismo, che il cristianesimo non risultava essere limitato ad una sola (e ridotta) componente etnica. Il fatto infine che i seguaci di Cristo prendessero particolarmente piede negli strati più bassi della società romana, propugnando anche certi principi di eguaglianza, rendeva questo tipo di culto ancor più sospetto agli occhi dei ceti dominanti e delle autorità.
Quando l'imperatore Nerone imputò il grande incendio di Roma all'azione della setta cristiana, questa venne posta fuori legge e iniziarono le persecuzioni nei confronti di coloro che si rifiutavano di sacrificare agli dei e all'imperatore. La persecuzione di Nerone fu una delle più violente che colpirono la comunità di Roma, segnando in particolare la morte dei due capi: Pietro, crocifisso nel circo del colle vaticano, e Paolo, decapitato Ad Aquaas salvias, il luogo su cui sorge l'attuale abbazia delle Tre Fontane oppure lungo la via Ostiense.
Le persecuzioni, tuttavia, non furono dei fenomeni continui, ma degli eventi circoscritti dipendenti dal contesto politico e dalla personale inclinazione degli imperatori a tollerare o meno il nuovo culto.
Durante tali persecuzioni subirono il martirio praticamente tutti i papi:
- Lino (nel 76, sotto il regno di Domiziano);
- Clemente (nel 97, sotto il regno di Nerva);
- Evaristo (nel 106, sotto il regno di Traiano);
- Alessandro (nel 115, sotto il regno di Traiano);
- Sisto I (incerto, forse martirizzato nel 126, sotto il regno di Adriano);
- Telesforo (nel 136 sotto il regno di Adriano);
- Igino (incerto, forse martirizzato nel 142, sotto il regno di Antonino Pio);
- Pio (incerto, forse martirizzato nel 154, sotto il regno di Antonino Pio);
- Sotero (nel 174, sotto il regno di Antonino Pio);
- Eleuterio (nel 189, sotto il regno di Lucio Vero);
- Vittore (nel 199, sotto il regno di Settimio Severo);
- Zefferino (nel 217, sotto il regno di Caracalla);
- Callisto (nel 222, sotto il regno di Alessandro Severo);
- Urbano (nel 230, sotto il regno di Alessandro Severo);
- Ponziano (in anno ignoto);
- Antero (incerto, forse martirizzato sotto il regno di Massimino il Trace);
- Fabiano (nel 250, sotto il regno di Decio);
- Cornelio (incerto, forse martirizzato sotto il regno di Treboniano Gallo);
- Lucio (nel 254, sotto il regno di Valeriano);
- Stefano (nel 257, sotto il regno di Valeriano);
- Sisto (nel 257, sotto il regno di Valeriano);
- Felice (nel 274, sotto il regno di Aureliano);
- Caio (nel 296, sotto il regno di Diocleziano);
- Marcello I (nel 309, sotto il regno di Galerio);
- Eusebio (deportato sotto il regno dell'usurpatore Massenzio);
- Milziade (nel 314 sotto il regno dell'usurpatore Massenzio).
Foto seconda visita in Vaticano 02/01/2016
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